Revue Udnie n°0
PAOLA CAPUTO:
EREMITA
Eremita
poco peso stallo proficuo imperatore
buone influenze la torre la catastrofe
il cerchio si compie
intorno al tavole bianco quadrato
distratto si dà l'occhio controlla
mette alla prova
interferenze confluiscono.
e risalgono caldi umori dal naso
irraggiamenti mozzati impazziti
oscurano il terzo
acceccato (non ti vuol dare energia
la sente dispersa!)
assorbe al tempo stesso
la maga nera
forle era più di una lapsus di penna ?
torre sicuramente.
giornata impersonale
estranea
fuori fuori
la notte è un coltello
fende ruder digrigna i denti
luce arancione
ruggine sapore buchi sdentati
sgomenti e spalancati sul senza senso
l'ovale si è deformato incastrato
in un ghigno da vecchio decrepito
abbietto si è frantumato
in un ammasso di orrore
incrociato in artigli avversi
Affilata lama dol nerastro
scaglia di vetro
inclinata con violenta sopra sopra
il mio debole scudo
dov'è la scia di cristalli lucenti
che si srotolava...
momenti attimi
unici scagliati indietro
prova allora dol vero controllo
separatione da uno a tre
non mi permetterei mai
potenza folle attesa senza timore
forte di un mantello avvilupante
ed impalpabile
occhio fermo e sicuro
passo aperto e distaccato
nel giusto distacco che combacia con il mio spazio
che senso ha dire.
Adolescenti io sono la madre
faticoso lavoro di annientamiento della memoria
corta che mi proietta e mi distoglie da me
si concentra l'inchiostro
vero pungiglione
eppure non esiste conferma
esiste credere - la torre