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Dicembre 98 : Ada Carella

Intervista a Laury Granier, cineasta, pittore 

" La Danza come Resurrezione "

Per il direttore del Quotidiano di Brescia.

Tutto è chiaro, limpido, affascinante, gioioso, e tutto è poeticamente misterioso in Laury Granier, un cineasta di 35 anni che é anche scenarista, produttore, distributore, professore di Arte e Scienze dell'Arte (cinéma, televisione, audiovisivo) all'Università della Sorbona di Parigi. Laury Granier è pure pittore ed espone con il nome di Laury Aime. Al suo attivo ha una cinquantina di cortometraggi su soggetti vari fra cui l'architettura e la pittura, diffusi alla televisione e in festival internazionali : in Argentina, il suo talento è stato riconosciuto con il prestigioso "primo premio Andrei Tarkovski per la creazione artistica e il linguaggio cinematografico " ; in Russia, Turchia, Croazia, Canada, Inghilterra, Germania, in Francia naturalmente, è stato selezionato in importanti festival, Laury Granier è soddisfatto dei suoi successi nazionali e internazionali, ma tiene a evocare il premio ricevuto in Italia al Festival del Cinema nuovo, a Pesaro, e quello del X° Festival internazionale del cinema e televisione Eurovisioni, che gli è stato consegnato alla Villa Medici di Roma, città che ama particolarmente perché vi ha vissuto da piccolo fino all'adolescenza : parla l'italiano come se fosse la sua lingua materna.

Da due mesi, è proiettato a Parigi, dopo aver suscitato, e suscita anche a Strasburgo, elogiose critiche e affluenza di pubblico, un suo film, La Momie à mi-mots. Perigliosa la traduzione. In francese il titolo offre 4 morbide assonanze, non è la stessa cosa in italiano : " La mummia a mezze parole ". In un'ora di proiezione passiamo agevolmente da un universo reale aperto al sole, alle nuvole, al vento, a una poesia pura scevra di qualsiasi intellettualïsmo. I siti scelti sono lo splendido Giardino del Lussemburgo con il il palazzo dello stesso nome (oggi, Senato) che fece costruire Maria del Medici nel 1615, dove passeggiano, sostano giovane coppie, studenti, anziani e dove giocano bambini ; l'Osservatorio di Parigi che volle Luigi XIV nel 1667, con l'astronomo Italiano Cassini ; il Campo di Marzo, immenso ex terreno di manovre nel 1765 quando fu costruita, di fronte, la scuola militare.

Altri luoghi e rive appaiono sullo schermo, fontane parigine e la fontana di Trevi, a Roma, che s'inseriscono in un movimento di folle, di individui di tutti i giorni, con la rara presenza di qualche attore noto la cui semplicità dei movimenti e il mutismo sono accompagnati dalla musica, da caleodoscopiche immagini, da bagliori improvvisi, da sfumature di cielo e di mare degni di Canaletto, Guardi, Turner. Tutto contribuisce all'esigente pensiero dell'autore, all'intima necessità del suo itinerario che è quello del passaggio dalla morte alla resurrezione, cammino nascosto e svelato nel contempo, sogno vivido e oscuro, significativo e allusivo, come tutti i sogni, ma che lo spettatore condivide pur restando libero della propria immaginazione che il film alimenta con un festoso movimento che potrebbe essere una danza perpetua.

E infatti è la più sublime danza che si possa immaginare poiché la protagonista è la grande, la magnifica, l'irrangiungibile ballerina americana Carolyn Carlson. Ed è qui che comincia la più grande avventura che possa capitare a un cineasta per cui il cinema non è un affare commerciale. "Avevo deciso di non produrre plù corti metraggi che rni costavano molto, contavo consacrarmi definitivainente alla pittura, mi dice Laury Granier, quando, dieci anni fa, incontro in un caffé Jean Rouch, II famoso etnologo, cineasta, autore di centocinquanta film, ex presidente della cinemateca francese, che avevo intervistato tempo prima (ho fatto pure il giornalista) e che, conoscendo il mio lavoro di cineasta, mi provoca chiedendomi di scrivere un nuovo film. Impossibile resistere all'incoraggiamento di una tale personalità ! Mi sono messo subito all'opera con Michèle Finck, alta poetessa, autrice di saggi sulla poesia e di sceneggiature, professore straordinairo di letteratura comparata all'universita di Strasburgo: le idee ci sono venute proprio passeggiando nel giardino del Lussemburgo, senza immaginare che Carolyn Carlson sarebbe stata l’interprete del film" Non è un racconto di Natale ma ci assomiglia : il musicista Alain Kremski che accompagna ed esalta iI film con altri esecutori, parla dello scenario a Carolyn Carlson : "Non la conoscevo personalmente, precisa Granier, ma mi ha inviato subito un'infiammata lettera sella quale mi scriveva.- " voglio fare questo film con te." Per me è stato un enorme cambiamento : quando una grande dama internazionale della danza accetta di entrare nel gioco bisogna esserne degni, Michèle e io abbiamo riscritto lo scenario per lei, sono intervenuti nuovi elementi; un film che era cominciato come un cortometraggio ha preso un'altra ampiezza ", Il Gruppo di Ricerca e Studi Cinematografico (G. R. E. C.) accetta subito il copione, accordandogli una piccola sovvenzione insufficiente tuttavia per fare un film, ma centocinquanta enti appartenenti ai settori più svariati gli permettono di realizzarlo, anche il padrone di un ristorante presso il Lussemburgo vi contribuisce offrendo tutti i giorni i pasti alle centinaia di persone che Granier dirigeva. E il film é potuto arrivage nelle sale perché un laboratorio ha tirato gratuitamente la copia.

Carolyn Carlson appare nelle prime immagini attorniata da re magi che l'avvolgono in strisce di tela come una mummia e la caricano di orpelli a mo' di idolo; rannnicchiata poi, "corne nella posizione fetale delle mummie peruviane ci spiega Michèle Fink, in una di quelle vasche di sabbia che sono poste nei giardini francesi per i giochi, la sua rinascita o preceduta da bambini che saltano, corrono e che fanno volare verso il cielo le carte geografiche di tutti i paesi del mondo che si trasformano in aquiloni. La danzatrice comincla allora a dispiegare le membra, lentamente come se si svegliasse da un lungo sonno, disegnando, scolpendo lo spazio. Liberandosi con gesti ieratici della sua imbalsamazione, fa apparire tutta l'arte della danza, ma il film non si attarda mai su una sequenza, fosse essa perfetta, è come un libro che si sfoglia rapidamente le cui figure, le cui situazioni persone che deambulano all'aria aperta, " scalatori " della coupola dell'Osservatorio, cavalli marini, venditori di gelati - lanciano messaggi allegorici da carpire al volo. Nulla pero' é gratuito, è corne un puzzle da smontare e rimontare da sé.

Di questo film delicato che attiva fortement l'immaginazione, Jean Rouch, che si compiace di ritrovarsi come attore nel personaggio di " uno zotico con gli zoccoli ai piedi ", ha scritto che Laury Granier " si é lanciato all'assalto della fortezza Cinema, corne il Mago Merlino che guida l'avventura del Cavalieri della Tavola Rotonda "; di Carolyn Carlson dice che, dopo questa esperienza, è come se si fosse immersa " nella fontana dell'eterna giovinezza ". II grande cineasta Bertrand Tavernier prevede che " la maniera di Laury Granier di esplorare il ritmo delle immagini, di spezzarle, di distenderle attirerà rnolti spettatori." Pierre Haffner, professore di cinema all'Università di Strasburgo, commenta : "questo film non pretende raccontare l'indicibile, è un vero film-mistero o un mistero reso film : un viaggio d'infanzia e di giardini, un incanto ". Nel film ripreso durante la realizzazione della Momie si vede il cineasta dirigere con la calma e la fermezza di un generale sul campo di battaglia questa massa multicolore di persone di tutte le età che si muove continuamente come fosse portata dall'entusiasmo, dall'insaziabile desiderio di conoscenza, e tutto si organizza attorno al deus ex machina sema che fa lo spettatore ne senta lo sforzo, la tensione. " Non ero solo cineasta, ma anche produttore, cameramen, capo operatori, montatore..., mi spiega Granier, Ci ho messo due anni e rnezzo per ridurre tutta la pellicola che aveva girato a poco piu di cinguanta minuti, conta il risultato : è quello che volevo fare, sono passati quasi dieci anni dalla prima stesura del copione all'uscita nelle sale. Questo film é una metafora, volevo dire, forse perché ero uscito da dolorose esperienze, che niente è perduto, tutto é possibile anche se si soffre enormemente, anche se si è all'agonia anche se si pensa di morire nella paura e la follia è possibile ritrovare in se stessi quell'aura propria all 'infanzia, cioé la possibilità di rinascere a se stessi per incantare il mondo ed esserne incantati. Bisogna riconoscere che la sofferenza ci permette dl apprezzare la gioia alla quale tutti partecipano cola la rinascita dell altro ".

Il montaggio del film è durato piu di due anni, Granier si soffermava sulle immagini are intere nello stile della sua pittura di miniaturista. Nella sala d'esposizione parigina dove presenta in questo momento i suoi quadri, punti, linee visi intravisti attraverso la bruma, girandole di colori a volte ottenute con iI computer, danno ai visitatore il desiderio di penetrare al dilà dello specchio nome Alice nel paese delle meraviglie . " Il film stesso è una " mummia ", mi spiega i1 cineasta-pittore, che risuscitavo io stesso, facendole ritovare la luce grazie ai riflettori ; la cinepresa è un pennello che caltera la vita, con 25 immagini al secondo, nel momento in cui si opera passera la vita e la morte". Che progetti ha ora Granier ? Semplicemente di trasformare il Colosseo in una sala di teatro coprendolo con una volta trasparente movibile come è stato fatto a Nîmes che possiede un magnifico anfiteatro romano (le Arene) dove, oltre l'estate, si possono dare d'inverno grandiosi spettacoli. Per iI miniaturista, per iI sognatore, per il generale che s'impegna in una battaglia con se stesso, per quest'uomo dall'aspetto calmo, sereno che si sente vicino a tutta l'umanitâ, l'universo intero è o sarà nel suo obiettivo. Questa è fede nella rinascita del cinefria e nelle capacità di sognare per ognuno di noi.

ADA CARELLA

 

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Révision : 08 novembre 2018