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Dalla rivista di studi cinematografici

Il Ragazzo Selvaggio 

LA MUMMIA A MEZZA VOCE 

di Laury Granier

 

Già comparse in diversi festival europei, la presentazione ufficiale de] film in Italia - se si esclude la sua selezione al Festival del Cinema Nuovo di Pesaro - avviene a Roma nel febbraio del 2000. Le varie definizioni già date dalla critica di questo mediometraggio " inclassificabile" (film d'avanguardia. film surrealista, film sperimentale, film balletto. solfeggio visivo, fiaba senza parole, impresa onirica. rituale iniziatico clic porta al risveglio dell'anima. esplorazione dell'infinitesimale, mistero diventato film, viaggio d'infanzia in un giardino, tragedia in musica...) possono essere tutte abbastanza appropriate, purché non diventino schemi, prigioni interpretative, e purché non si voglia impoverirle relegandole in periodi precisi della storia del cinema (come l'età dell'avanguardia storica degli anni '20). ma le si consideri integrantisi l'una con l'altra, a comporre, in respire lirico, un poemetto cinematografico, dove suoni, coreografie. colori. ritmi, immagini e quadri didascalici si fondono e si confondono. osa in un lieto girotondo di giostra.

Osa nell'ansia rapida di un incube. osa nel vole d'un passe di danza. osa nella contemplazione serena di un ideale. I riferimenti che qualcuno ha proposto ad altri autori (Cocteau. Méliès. Bunuel_ Fellini) sono stati tutti. più o meno. considerati dal regista estranci alla propria ispirazione. Dalle circa quindici ose di ripresa effettuate, con un lavoro di montaggio durato due anni e mezzo, Laury Granier (nato a Parigi nel 1963. scenarista, fotografo, pittore, autore di molti cortometraggi docente di scienze artistiche e audiovisive alla Sorbona) ha concentrato, in quarantacinque minuti. ben millesettecento inquadrature, realizzando quindi un ritmo osa lento osa velocissimo di immagini generate dalla musica (rarefatta. sognante, bellissima, tutta risonanze trasparenti di scale arpee,-)*, zampilli di note e di fontane), dove la danzatrice sorvola fondali di prati verdi, riflessi trepidanti di stagni abitati dai cigni, ricami celesti di nubi. 1 quadri di questa pittura in movimento nascono veramente dalla musica. che ci sembra l'unico file conduttore della vicenda, anche se di questa vicenda tentiamo qui una sintesi namativa.

I nove capitoli sono preceduti, come nel cinema muto, da didascalie, che vengono iscritte - in una ventina di lingue e di alfabeti - su delicati sfondi pittorici dipinti dal regista. Il giardino del Lussemburgo, a Parigi, è solo il punie di partenza verso un giardino idcale, popolato di cavalli di pietra e di bronze, di fontane, di giocolieri, di giostre, di viandanti. di uccellini, di palloncini variopinti, di apparizioni magiche. come la donna che fabbrica Io zucchero filato. o l'ondeggiare nell'acqua delle barchette infantili. In questa atmosfera lieve ed incantata compare una giovane donna. che intrecciando. da una statua all'altra, i suoi passi di danza esperimenta una iniziazione ad un mistero di vita. di morte e di rinascita. Quando il sue slancio vitale cede al declino, la danzatrice accoglie la morte racchiudendosi in posizione fetale. corne le mummie peruviane. Sopravvengono c la circondano i maghi. che avvolgendola in tessuti preziosi la nascondono, trasformandola in oggetto magico anch'esso. in attesa di un prodigio. Ed ecce irrompere une stuolo di bambini: trasportano attorno a Ici gigantesche carte geografiche. che rappresentano il monde: e i bambini. con istinto fantasioso e profonde, le fanno diventare aquiloni, levati in alto nell'azzurro, mentre fra loro passa un bianco cavallo alato. somigliante al mite di Pegaso. La danzatrice si risveglia. si libera dalle fasce. dansa fra i cavalli marini della fontana. ridesta il getto dell'acqua scintillante, trascina nella sua danza centinaia di bambini che impugnano le bandiere di tutti i paesi. AI più piccolo di questi bambini. un bimbo meticcio. viene affidata la bacchetta magica: la promessa di un monde migliore. finalmente unito, finalmente in pace. Ii rito è compiuto: il regista stesso ci dà la spiegazione del sue significato spirituale, dicendo: "Ognuno di noi. nel vivere la sua vita lascia una scia. una traccia nell'invisibile: cerchiamo di lasciare la migliore traccia possibile".

II film è particolarmente adatio ad un pubblico di adolescenti. non solo per il sue messaggio, ma anche per gli spunti di discussione che offre all'approfondimento del linguaggio cinematografico.

Giovanni Campus

 

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Révision : 12 avril 2003